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Club Alpino Italiano: Quale futuro per i rifugi alpini – dopo domenica 23 novembre, Biennale Architettura 2025 (Venezia) – Cai Scuola

lunedì, 24 Novembre 2025

Club Alpino Italiano: Quale futuro per i rifugi alpini – dopo domenica 23 novembre, Biennale Architettura 2025 (Venezia) – Cai Scuola

Workshop a cura del Club Alpino Italiano

Il RIFUGIO E’ LA NOSTRA CASA IN MONTAGNA
Sempre lì ospitale, pronto ad accogliere, informare, educare.

Nell’ambiente montano, in prima linea per cambiamenti climatici, le esperienze sui sentieri, nei rifugi e nei paesi, promosse da Cai Scuola, diventano strumenti preziosi di aiuto nella lettura dei nostri tempi complessi. Il Rifugio vive in sinergia con l’ambiente montano, in sintonia con il sistema paesaggistico, ambientale, ecologico.

Il dibattito Cai SOROA a Venezia ha affrontato temi chiave:
-preservare l’identità dei rifugi, distintiva rispetto agli hotel,
-promuovere la sostenibilità attraverso standard ambientali condivisi,
-favorire la l’innovazione architettonica in armonia con il paesaggio alpino.

La giornata del 23 novembre 2025
Si è svolto a Venezia l’incontro di riflessione: Quale futuro per i rifugi alpini.Organizzato dal Club Alpino Italiano, presenti Antonio Montani, PG Cai e Giacomo Benedetti, VPG Cai e la SOROA, Struttura Operativa Rifugi e Opere Alpine, con la presentazione dei componenti e della neo Presidente Paola Frigerio.

Tenuto nei locali allestiti per la 19esima Mostra Internazionale d’Architettura “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva“. Siamo stati fortunati a partecipare, infatti l’ultima giornata di apertura della Mostra ha offerto una Venezia particolarmente ospitale. La città sull’acqua è stata attenta a sottolineare l’intimo legame tra montagna e mare, regalando a tutti una visione luminosa e nitida, consentendo di osservare il corteo di montagne, bianche per la prima neve, che lontane l’avvolgono.

L’incontro nella Mostra
La Mostra di Architettura di Carlo Ratti, che ringraziamo, con l’allestimento dei tanti architetti e con i progetti riportati, è stata un’occasione di conoscenza e di crescita partecipata che ha positivamente influenzato lo svolgimento dei lavori, consentendo di superare con slancio la temporanea interruzione di energia elettrica che ha ritardato l’avvio delle relazioni, immerso in spazi “freddi” da montagna.

E così, in questo invitante ambiente, di grande ispirazione e creatività, i vertici del Cai e la neonata SOROA hanno avviato l’impegno, anticipando prossimi approfondimenti su temi guida per i Rifugi. L’appassionata relazione guida di Giacomo Benedetti, che riportiamo integralmente, sulla base della storia, del futuro e dell’essere rifugio di cultura, di identità e di visione ha scandito l’importanza del rifugio, il cambiamento da punto di transito a meta turistica, il patrimonio materiale e immateriale che racchiude, ciò che non può essere negoziato, l’indispensabile contributo dei giovani. Il rifugio non è un fine: è un patto di sobrietà con la montagna, della quale dobbiamo prenderci cura.

Carlo Ratti ha esplorato il singolare mondo dei bivacchi dalle prime interpretazioni ai molteplici attuali esempi (anche il Cai si è cimentato con un modello) sottolineando l’importanza di armonizzare linguaggi e visioni, riferito al recente articolo uscito a sua firma su la Repubblica, 11 novembre 2025, con il bivacco simbolo e modello contro l’overtourism

Mark Wigley, della Columbia University ha evidenziato l’aspetto internazionale dei rifugi e di quanto il tema delle strutture in ambiente naturale e fragile sia dibattuto e condizionato dalle attuali situazioni di cambiamento sociale e climatico che va accompagnato con attenzione grazie ad esempi di qualità e di visione. Insieme si possono ottenere risultati positivi e grandiosi.

Paola Frigerio, Presidente della SOROA, mette a servizio del Cai la Struttura e ne evidenzia le finalità consapevoli della conservazione e gestione del grande patrimonio del Cai, unico nel suo genere dato da “rifugi e opere alpine”. Indispensabili direttive ed intese per garantire l’attenta funzione di questo patrimonio di strutture e culture da monitorare insieme all’affidata gestione, in sintonia con quanto il Cai esprime ed esprimerà conservando la naturale finalità alpinistica, esplorativa e conoscitiva dei soci e dei non soci.

Antonio Montani ha evidenziato la grande incidenza della tecnologia sull’ambiente montano modellato dall’uomo. Il tema della fruizione va ricondotto alla chiara distinzione tra hotel e rifugio, con il discrimine dato sia dall’avvicinamento che deve avvenire camminando e dall’accoglienza identificativa della struttura di montagna, con le finalità informative ed educative. Ancor più oggi che il rifugio è diventato una meta, inoltre va considerato che le zone del cosiddetto overtourism, in quanto facilmente raggiunte, non sono più montagna, identificata dalla fatica per raggiungerla. Il Cai ha in gestazione un prossimo appuntamento nazionale per tutelare il valore culturale, ambientale e architettonico dei rifugi alpini.

RICORDIAMO CHE…
Il rifugio non è un albergo: ed è confermato da tutti i partecipanti
Vogliamo riscoprire il senso originario dei rifugi alpini.
Il rifugio è presidio culturale e alpinistico, luogo essenziale e autentico, diverso per natura e finalità dall’albergo di montagna. §
Siamo attenti a ridefinire, nel contesto contemporaneo, i criteri che distinguono le strutture ricettive dal sistema dei rifugi e bivacchi del CAI,
Ci impegniamo a promuove iniziative di informazione, educazione formazione ambientale, rivolte al mondo della Scuola che, nello svolgimento, abbiano come riferimento il rifugio.

Cai Scuola
filidido
24 novembre 2025

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